Storia del Comune
Dal Belvedere adiacente la Scuola, in piazza Vittorio Emanuele si può osservare uno splendido panorama; questo “balcone nel vuoto” abbraccia la posizione fisica ma anche la storia di Torretta: si parte dalla valle del torrente Ciachea, poi i monti Zarcate e Columbrina, dove sono stati ritrovati i resti millenari di una misteriosa città sicana, al casale arabo di Recalzarcate, la “Turricula” medievale che proteggeva la terra baronale, continuando verso settentrione, questi monti si restringono in una sorta di gola che lascia intravedere il mare e infine ritorniamo sul nostro punto di osservazione dove un tempo c’era il famoso castello dei Tomasi di Lampedusa.
Torretta, comune di circa 3000 abitanti, sorge alle falde del Monte Canalicchi, non lontano dal Mar Tirreno e dalla città di Palermo, a 313 metri di altitudine. Dista da Palermo 18 Km., da Carini 5 Km., dallo scalo ferroviario Km. 8. Ha un territorio di 3.300 ettari, in gran parte roccioso e arido e solo in minima parte occupato da oliveti o albereti.
Nel corso della sua storia Torretta, prima come feudo, poi come baronia ha avuto la prerogativa di appartenere a famiglie tra le più nobili della Sicilia, i Grifeo, i Santapau, i Traina ed infine, per quattro secoli, i Tomasi di Lampedusa.
Fu fondata nel 1599 dal nobile Arrigo Traina (che l’acquistò da Calce rando Santapace, Signore della Contea di Capaci, che, a sua volta, la aveva acquistato da Giorgio Graffeo, cui l'aveva concessa in vassallaggio il Re Martino) la baronia del Falconiere e della Turricula o Turrecta.
Da Arrigo Trajna l'ereditò il figlio, Rev. Don Francesco, poi Vescovo di Agrigento, e da questi il fratello Giuseppe Antonio, dal quale la ereditò la figlia Rosalia, che alle sue nozze la offrì in dote a Giulio Tomasi-Caro, da Carlo lI, nel 1667, insignito del titolo di Principe di Lampedusa e Mar chese della Turrecta.
Sin dalla sua origine Torretta fece parte dell'agro palermitano, e i suoi abitanti erano pure detti «cives panormitani», come si rileva da innumerevoli documenti.
Al Barone di Torretta, spettava un posto nel Par lamento Siciliano.
Nel 1820 il Casale di Torretta fu eretto in Comune auto nomo della Valle (oggi Provincia).
A poca distanza dall'abitato esiste una fonte di acqua det ta “della Favarotta», della quale Vito Amico, nel suo Diziona rio Topograflco, Cars. Sic. 79, tradotto da D. Di Marzo, ediz. 1856, afferma che «gli infermi sperimentano salutare e pur gativa». Nei pressi di questa fonte si trovano profonde grotte, ricche di preistoriche stalattiti. Torretta appartiene alla Provincia di Palermo e dal 1844 all’Archidiocesi di Monreale. Prima di quell'epoca fece parte della Diocesi di Mazara del Vallo e comprendeva nel suo distretto parrocchiale anche la frazione di Sferracavallo, successivamente ag gregata al Comune di Palermo.
Torretta, comune di circa 3000 abitanti, sorge alle falde del Monte Canalicchi, non lontano dal Mar Tirreno e dalla città di Palermo, a 313 metri di altitudine. Dista da Palermo 18 Km., da Carini 5 Km., dallo scalo ferroviario Km. 8. Ha un territorio di 3.300 ettari, in gran parte roccioso e arido e solo in minima parte occupato da oliveti o albereti.
Nel corso della sua storia Torretta, prima come feudo, poi come baronia ha avuto la prerogativa di appartenere a famiglie tra le più nobili della Sicilia, i Grifeo, i Santapau, i Traina ed infine, per quattro secoli, i Tomasi di Lampedusa.
Fu fondata nel 1599 dal nobile Arrigo Traina (che l’acquistò da Calce rando Santapace, Signore della Contea di Capaci, che, a sua volta, la aveva acquistato da Giorgio Graffeo, cui l'aveva concessa in vassallaggio il Re Martino) la baronia del Falconiere e della Turricula o Turrecta.
Da Arrigo Trajna l'ereditò il figlio, Rev. Don Francesco, poi Vescovo di Agrigento, e da questi il fratello Giuseppe Antonio, dal quale la ereditò la figlia Rosalia, che alle sue nozze la offrì in dote a Giulio Tomasi-Caro, da Carlo lI, nel 1667, insignito del titolo di Principe di Lampedusa e Mar chese della Turrecta.
Sin dalla sua origine Torretta fece parte dell'agro palermitano, e i suoi abitanti erano pure detti «cives panormitani», come si rileva da innumerevoli documenti.
Al Barone di Torretta, spettava un posto nel Par lamento Siciliano.
Nel 1820 il Casale di Torretta fu eretto in Comune auto nomo della Valle (oggi Provincia).
A poca distanza dall'abitato esiste una fonte di acqua det ta “della Favarotta», della quale Vito Amico, nel suo Diziona rio Topograflco, Cars. Sic. 79, tradotto da D. Di Marzo, ediz. 1856, afferma che «gli infermi sperimentano salutare e pur gativa». Nei pressi di questa fonte si trovano profonde grotte, ricche di preistoriche stalattiti. Torretta appartiene alla Provincia di Palermo e dal 1844 all’Archidiocesi di Monreale. Prima di quell'epoca fece parte della Diocesi di Mazara del Vallo e comprendeva nel suo distretto parrocchiale anche la frazione di Sferracavallo, successivamente ag gregata al Comune di Palermo.
Testimonianze del Passato
Di rilevante interesse è il patrimonio artistico di questo centro suburbano, costituito dal Santuario della Madonna delle Grazie e dai tesori d'arte diligentemente raccolti ed accura tamente custoditi in esso e nel piccolo Museo, annesso al Santuario.
Oltre a vari preziosi cimeli del Santo Cardinal Tomasi e di altri Servi di Dio, vi sono custodite sei Bolle di Papa Cle mente XI, una di Papa Pio VII, due grandi tele di P. Mangano, una di G. Testa, una piccola di G. Martorana, un’altra cin quecentesca di ignoto autore, pregevoli statue lignee del '600 e dell'inizio del '700, altra del Bagnasco, il grande Reliquiario col Crocifisso, donato dal Principe Giulio Il Tomasi nel 1756, una grande cappella del Coro, tipica dei Cappuccini, opera di artigianato siciliano della fine del '500; il grande rilievo con trono della Madonna di Valverde; il candelabro per il cero pasquale e sei candelabri per l'altare maggiore, in bronzo dorato, copia dei celebri candelieri del Fontana, che si conservano nella Certosa di Pavia.
Faceva parte del patrimonio artistico locale il monumentale castello della fine del '400, dei Baroni Trajna, trasferito poi con la Signoria di Torretta ai Principi di Lampedusa. In esso vissero il Santo Giuseppe Maria Tomasi e la sorella Isabella. monacatasi poi nel Monastero delle Benedettine di Palma Montechiaro col nome di Suor Maria Crocifissa, grande mistica, definita «la Maria Teresa di Sicilia», le cui virtù la Chiesa ha definito eroiche; anche Giuseppe Tomasi, autore de “Il Gattopardo” ritorna con la memoria a “questa casa di Torretta” dove solevano soggiornare e lo fa in maniera esplicita nei suoi “Ricordi d’infanzia” e in maniera implicita nel suo capolavoro.
Purtroppo questo Palazzo dei Principi di Lampedusa venne raso al suolo nel 1954. Era situato all’estremità del centro abitato, all’uscita della stradale che conduce a Carini. Aveva le caratteristiche del grande palazzo signorile tardo barocco con fondo bianco ed elementi architettonici di colore grigio. Si estendeva su un’area di circa 800 mq. che inglobava i resti del preesistente castello feudale e dell’ancora più antica “Turricula”.
Al suo posto è stata costruita la Scuola Elementare che allo stato attuale funge anche da Scuola Media Statale.
Di recente è stato realizzato un magnifico Belvedere adiacente alla Scuola, che consente di godere di una vista mozzafiato sul Mar Tirreno.
Oltre a vari preziosi cimeli del Santo Cardinal Tomasi e di altri Servi di Dio, vi sono custodite sei Bolle di Papa Cle mente XI, una di Papa Pio VII, due grandi tele di P. Mangano, una di G. Testa, una piccola di G. Martorana, un’altra cin quecentesca di ignoto autore, pregevoli statue lignee del '600 e dell'inizio del '700, altra del Bagnasco, il grande Reliquiario col Crocifisso, donato dal Principe Giulio Il Tomasi nel 1756, una grande cappella del Coro, tipica dei Cappuccini, opera di artigianato siciliano della fine del '500; il grande rilievo con trono della Madonna di Valverde; il candelabro per il cero pasquale e sei candelabri per l'altare maggiore, in bronzo dorato, copia dei celebri candelieri del Fontana, che si conservano nella Certosa di Pavia.
Faceva parte del patrimonio artistico locale il monumentale castello della fine del '400, dei Baroni Trajna, trasferito poi con la Signoria di Torretta ai Principi di Lampedusa. In esso vissero il Santo Giuseppe Maria Tomasi e la sorella Isabella. monacatasi poi nel Monastero delle Benedettine di Palma Montechiaro col nome di Suor Maria Crocifissa, grande mistica, definita «la Maria Teresa di Sicilia», le cui virtù la Chiesa ha definito eroiche; anche Giuseppe Tomasi, autore de “Il Gattopardo” ritorna con la memoria a “questa casa di Torretta” dove solevano soggiornare e lo fa in maniera esplicita nei suoi “Ricordi d’infanzia” e in maniera implicita nel suo capolavoro.
Purtroppo questo Palazzo dei Principi di Lampedusa venne raso al suolo nel 1954. Era situato all’estremità del centro abitato, all’uscita della stradale che conduce a Carini. Aveva le caratteristiche del grande palazzo signorile tardo barocco con fondo bianco ed elementi architettonici di colore grigio. Si estendeva su un’area di circa 800 mq. che inglobava i resti del preesistente castello feudale e dell’ancora più antica “Turricula”.
Al suo posto è stata costruita la Scuola Elementare che allo stato attuale funge anche da Scuola Media Statale.
Di recente è stato realizzato un magnifico Belvedere adiacente alla Scuola, che consente di godere di una vista mozzafiato sul Mar Tirreno.